As you know by now my passion for Dr. Martens is indescribable, so I’m already thinking about what’s coming next.
Here is a small collection of my pavoutire colors!
Then, for the curious, you can find the history of these legendary shoes written by none other than director Franca Sozzani. (only in italian, I’m sorry)
Come ormai saprete la mia passione per le Dr. Martens è indescrivibile, tanto che sto già pensando a quale saranno le prossime.
Ecco una piccola raccolta delle mie preferite!
Successivamente, per i più curiosi, potrete trovare la storia di queste mitiche calzature scritta nientedimeno che dalla direttrice Franca Sozzani.
ALL MODELS ARE AVIABLE HERE
“Conosciute anche con il nome di Docs e DMs, sono le scarpe di culto dei gruppi punk, poi adottate indistintamente da certi anni Settanta, e più volte tornate in voga, rivisitate come accessorio glamour.
Nel 1943, a seguito di un incidente, Klaus Martens ipotizza per sé un innovativo tipo di suola ammortizzata da un cuscinetto d’aria, e un tipo di scarpone costruito con una pelle più morbida. Realizza il primo prototipo di Dr. Martens, un paio di scarponi marroni a 8 buchi, che vende insieme al socio Funck. Nel 1952 le vendite aumentano a tal punto che i due decidono di aprire una nuova fabbrica a Monaco. Alla fine degli anni cinquanta, con una produzione di oltre 200 diversi modelli, i soci si rivolgono al mercato internazionale per vendere la licenza. Immediatamente il marchio inglese Griggs ne acquista il brevetto – segni particolari doppia suola e cuciture gialle a contrasto – mantenendo il nome Dr. Martens.
Il 1 aprile 1960 entra nel mercato il primo paio di Dr. Martens all’inglese: anfibio a 8 buchi, di colore rosso ciliegia.
Comode e resistenti, in qualsiasi condizione, gli anfibi dal filo giallo vengono presto adottati da postini e operai, e poi addirittura da poliziotti, che sono soliti annerire il filo giallo perchè non stoni con la loro divisa scura. Insomma, le Dr Martens nascono come scarpe proletarie, simbolo del sindacato e della sinistra inglese. Ma il passaggio successivo, più potente, le vede diventare, a turno, scarpe simbolo di diverse sottoculture urbane. Prima arrivano i mod, poi gli skinhead, poi ancora i punk e infine i cosidetti "boot boys", gli assidui e rissosi frequentatori degli stadi.
I primi in assoluto ad adottare le Dr Martens come calzatura "di riconoscimento" sono i mods londinesi, dopo che Pete Townshend degli Who li elegge a sua calzatura favorita e dopo il 1964, quando i mod cominciano a suddividersi in varie correnti, tra cui gli hard mod, che appunto utilizzano jeans e anfibi.
Nei tardi anni Sessanta tocca agli skinhead. I Dr. Martens sono la componente più importante del loro abbigliamento, a cui prestano una attenzione quasi ossessiva: sempre lucidati e ben curati, scegliendoli più alti, da 10 buchi in su, spesso con punta d’acciaio, enfatizzandone talvolta l’aspetto imponente indossando taglie più grandi. Anni Settanta, il punk. Nonostante inizialmente utilizzino soprattutto sneaker, in particolare Converse All Star, notoriamente indossate dai componenti dei Ramones, ben presto il binomio punk/Dr. Martens diventa inscindibile.
Vivienne Westwood 1976, collezione “Seditionaries”, apoteosi del punk d’autore, a tshirt stampate e lacerate, ossa, pelle e catene come tessuti e decori, le Dr Martens sono al loro meglio.
D’ora in poi, fra gli addicted più celebri oltre gli Who, i Rolling Stones, i Sex Pistols, The Cure, e i Nirvana.
Parallelamente, le culture giovanili ska, new wave, psychobilly, goth, grunge, brit-pop, .. per arrivare a invadere gli stadi, e posizionarsi negli Ottanta come scarpe simbolo del tifoso inglese. Protagoniste delle risse da stadio, tanto da costringere le autorità a imporre una curiosa regola: costringere i tifosi ad entrare nello stadio senza i lacci delle scarpe, in moda da rendere inoffensivi i tanto temuti anfibi.
Il generale declino dello stile e del pensiero underground, a partire da fine anni Novanta, porta anche ad un calo delle vendite dei Dr. Martens in questo periodo. Il 1 aprile 2003, a causa del declino delle vendite, la Dr. Martens decide di cessare la produzione.
Ma negli ultimi anni, un improvviso "Dr. Martens Revival", simile a quello europeo degli ottanta, o alla diffusione americana in epoca grunge, dai Nirvana in poi, il marchio Dr. Martens ri-apre, anche e molto in Oriente.
La supermodel Agyness Deyn spesso esibisce anfibi nelle immagini che la ritraggono, prima di lei la cantante irlandese Sinéad O’Connor, e la statunitense Gwen Stefani, mentre la modella inglese Daisy Lowe posa per una campagna pubblicitaria, e Avril Lavigne, cantautrice, stilista e attrice, e svariate fashion icon che le sfoggiano per dare un tocco vagamente punk alle loro mise.
Anche perché, a partire dal 2008 nuove varianti dei classici e di nuove linee, affidate tra gli altri a Yohij Yamamoto, Raf Simons, Jean Paul Gaultier, e Louise Body. Ri-diventate ormai una calzatura glamour, persino Jimmy Choo ne ha firmato un modello nel 2003. Ideale celebrarle con edizione speciale e limitatissima. Il designer Justin Guinta di Subversive Jewelry ne realizza un paio con cavigliera stile rock – head phones al posto degli elastici – gioielli che pendono ad altezza malleolo: dai 1,400 dollari, in su.
Rock apparizioni.
1982. The Clash, la band inglese indossa anfibi Dr. Martens nel videoclip Rock the Casbah.
1984. La band tedesca Bohse Onkelz, nell’album Der nette Mann, dedica alla calzatura il brano Dr. Martens Beat, chiaro gioco di parole con Dr. Martens Boot.
1984. Il videoclip di Love & Pride, del cantante pop e new romantic Paul King, che ritrae in modo ossessivo l’artista e i componenti della band mentre indossano e colorano appariscenti Dr. Martens.
2000. La band “ska” Skarface, dedica Doc Martens Boots, brano dell’album Last Music Warriors al celebre anfibio.
Cine apparizioni.
novembre 1968. nell’avventura L’invasione, sesta stagione della serie televisiva Doctor Who, i cybermen – androidi nemici del Signore del Tempo – indossano tutti anfibi Dr. Martens dipinti d’argento.
1975. nel musical di Ken Russell, Tommy, tratto dall’omonima opera rock degli Who, si vede The Pinball Wizard (Elton John) indossare un enorme paio di Dr. Martens rossi a 14 buchi, alti circa 1,40 m. La riproduzione gigante dei Doctors in vetroresina utilizzata nel film, posseduta in seguito da Elton John, è stata poi acquistata da Stephen Griggs della R. Griggs & Co. per 12mila sterline, ad un’asta di memorabilia nel 1998. Nello stesso lungometraggio, i seguaci di Tommy gli si rivoltano contro: indossando vari modelli di Dr. Martens, ripresi in più occasioni in primo piano mentre infrangono i vetri e i tabelloni dei flipper.
1975-77. Il personaggio di Charles Vaughan, interpretato da Denis Lill, della serie televisiva britannica I sopravvissuti indossa unicamente un paio di Dr. Martens in tinta rossa, per tutta la durata della serie.
1982. all’interno del secondo episodio di The Young Ones, i protagonisti della serie televisiva, in particolare il comico britannico Alexei Sayle, cantano la canzone Dr. Martens Boot.
1987. In una scena del film Agente 007 – Zona pericolo, mentre James Bond (Timothy Dalton) è appeso alla coda di un aeroplano Hercules e lotta contro il sicario nemico Necros, in primo piano ci sono le Dr. Martens nere indossate dallo stesso 007, ai quali Necros si aggrappa. L’agente segreto britannico si sbarazzerà del nemico tagliando i lacci dell’anfibio.”
Franca Sozzani